La forzatura di trasformare un tratto di corso Mazzini in piazza ha evidenziato domenica tutti i suoi limiti.
Mentre le piazze ben orientate e poste a sud della loggia erano piene di bambini e la vita dal Sedese a piazza Marconi pullulava, nello slargo Mazzini a nord della loggia, ricavato tra due squallide aree parcheggio, appariva troppo provvisorio e quasi abusivo il capannone dell’Enotour e un po’ fuori posto la rappresentazione dei bravi Marcanti Dogali.
Finita la performance dei Mercanti, il corso si è svuotato, mentre un po’ di gente riempiva lo stand. Piazza Negrelli ottima area per collocare l’Enotour e le rappresentazioni collegate, in grado di offrire una piacevole continuità visiva e funzionale con le altre piazze di quello che potrebbe essere e diventare il vero centro di Montebelluna, appariva completamente vuota e abbandonata.
Questa mattina, martedi 12 novembre, la grande zona d’ombra che la loggia proiettava e proietterà per tutto l’inverno, su slargo Mazzini contribuiva a creare una grande area deserta. Una coda continua di veicoli dalla farmacia Faggionato fino al mercato del pesce, offriva un’aria irrespirabile sia lungo via Dalmazia che, soprattutto, lungo via Serena, il tutto condito da improperi lanciati dagli autisti in coda.
I tempi lunghi di attesa al semaforo di via Roma creava una socialità forzata, che si volatilizzava allo scoccare del verde.
Quelli rilevati sono tutti sintomi di una sperimentazione che non potrà dare risultati migliori, ma, al contrario saranno sempre più negativi man mano che le condizioni di utilizzo della città si avvieranno a condizioni più normali, soprattutto per quanto riguarda la mobilità veicolare, pedonale e ciclabile.
Tornare solamente alla situazione precedente alla sperimentazione sarebbe poco utile, è necessario studiare e proporre soluzioni alternative sia alla attuale che a quella precedente.
Testo e foto Giorgio Bedin
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